Thursday, December 11, 2008

"In palestra per l'esame" - Capitolo 7 (già chiuso)

Capitolo 7 su comunicazione. Non c'è stato tempo di affrontarlo in aula, ma non ciò non vuol dire che esso non faccia parte del programma. Il libro propone, a pag.200, fra le domande finali la seguente: "Quale differenza esiste tra riti e simboli della comunicazione?". A questa domanda, io ne aggiungo un'altra. Qualore valore hanno i riti e i simboli nella cultura organizzativa (e dunque, nel modello multilivello, che sintetizza efficacemente il significato di cultura organizzativa)? Provate a rispondere, provando a collegare le diverse parti del libro di testo.
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Il quesito ha posto qualche problema, nonostante la sua semplicità. E' stato necessario il ricorso del moderatore del blog per chiarirne meglio la natura. Di seguito la word cloud generata dai commenti pubblicati sul blog. Chiarito il significato di riti e simboli nella comunicazione, bisognava poi specificare meglio il ruolo che essi hanno nel definire la cultura di un'organizzazione. Nel modello multilivello, riti, simboli, etc.. sono la parte intermedia della piramide rovesciata e dunque il "collante" fra i valori della coalizione dominante e l'implementazione della cultura stessa che si registra presso il front office di un'organizzazione.

9 comments:

Marco Fiamingo said...

Sia i riti che i simboli sono modi di comunicare da parte dell'organizzazione,di manifestare la propria cultura. I riti sono attività relativamente elaborate,teatrali e pianificate,che vengono alla luce durante le interazioni sociali. Tra i più importanti riti organizzativi,si ricordano quelli di insediamento (diretti a trasmettere valori e norme ai nuovi entrati),di passaggio (per entrare o uscire dall'organizzazione),di separazione (aiutano la persona a dare un taglio netto con l'organizzazione),di miglioramento (diretti a migliorare lo status o la posizione,come ad esempio una promozione),di integrazione (cene aziendali,feste,dove vengono eliminati le differenze organizzative per lasciare spazio alla socializzazione),di riduzione del conflitto (la politica della 'porta aperta' dei manager per ascoltare i problemi dei collaboratori).
I simboli invece sono oggetti a cui è collegato un significato organizzativo e riguardano titoli,uffici spaziosi,e tutto ciò che indica potere e prestigio.

Rosario Faraci said...

Provi a completare il commento, provando a rispondere anche alla seconda parte della domanda.

betty said...

Simboli e riti sono mezzi attraverso i quali può avvenire la comunicazione.I primi sono oggetti a cui è collegato un significato organizzativo e possono indicare anche distinzione di status e di potere tra individui e gruppi con stesso livello gerarchico.Essi comunicano la cultura individuale e organizzativa e si interpretano rispetto al contesto e al tipo di organizzazione.I riti sono insiemi di attività che consolidano varie forme di espressioni culturali d un evento e vengono alla luce durante i rapporti sociali.

Elisabetta Messina

Rosario Faraci said...

Anche per Betty vale la stessa considerazione di cui sopra

adriana tempo said...

Simboli e riti rappresentano due modalità di comunicazione dell'organizzazione. I simboli sono oggetti collegati in qualche modo all'impresa, che hanno assunto per questa un significato particolare, come titoli, dimensione e arredamento degli uffici, posti auto. I riti invece sono delle attività, connesse ad un'occasione o ad un evento, di cui possiamo ricordare i riti di passaggio,di insediamento, di separazione, di miglioramento, di riduzione dei conflitti, di integrazione.
Essi rappresentano la cultura di una organizzazione; sono espressione di valori che partono dalla coalizione dominante, cioè da chi detiene il controllo, e rappresentano l’identità dell’impresa; questi valori si traducono poi in manifestazioni materiali o immateriali, come le ideologie, i linguaggi, i processi di selezione e, appunto, i riti e i simboli. Questi ultimi, a volte, sottolineano le differenze di ruolo e di potere tra individui, ma, a volte, soprattutto all'interno di grandi organizzazioni, dove l'interazione e il senso di appartenenza a un gruppo sono difficili da raggiungere, rappresentano anche una forma di coesione tra livelli diversi o all'interno dello stesso livello, facendo sì che il dipendente possa sentirsi parte di un gruppo e percepire l'esistenza di qualcosa che rende unica l'organizzazione rispetto a tutte le altre

S.Ribis said...

Sia i riti che i simboli sono modalità di comunicazioni. Entrambi esprimono la cultura dell'organizzazione. La loro differenza potrebbe riguardare che i simboli sono oggetti che cercano di indicare il potere e la posizione e quindi un qualcosa di statico e gerarchico che ha l'organizzazione invece i riti hanno come scopo quello di fare sentire a proprio agio i componenti dell'organizzazione facendogli svolgere a tutti indifferentemente gli stessi riti.
Se dovessimo collegare i riti e i simboli al modello multilivello possiamo notare che questi fanno parte delle manifestazioni della cultura organizzativa indicando un significato organizzativo ed in particolare i simboli fanno parte della cultura materiale quindi tutte le cose tangibili che esprimono la cultura organizzativa e i miti invece fanno parte della cultura immateriale che comprende tutto ciò che è intangibile.
Entrambi hanno un forte valore in quanto trasmettono significati culturali importanti.

Mariagrazia Ragusa said...

I riti e i simboli sono due mezzi di comunicazione utilizzati da un’organizzazione per inviare determinati messaggi. I simboli sono oggetti ai quali si collega un determinato significato, quali differenze di potere, di status ecc. I riti sono attività volte a rappresentare alcuni aspetti della cultura d’impresa. Ve ne sono vari tipi: di passaggio (per far entrare e uscire gli individui da un’organizzazione), di insediamento (per trasmettere valori e norme), di separazione (per segnalare l’allontanamento di una persona dall’organizzazione), di miglioramento (per comunicare un miglioramento di status o di posizione), di riduzione dei conflitti e di integrazione (entrambi volti a migliorare il clima lavorativo). Entrambi i concetti sono un tassello fondamentale della cultura organizzativa, possono essere mezzi di rappresentazione dei valori dominanti in un’organizzazione. Contribuiscono ad aumentare il senso di appartenenza, sono caratteristiche uniche che creano un forte legame tra lavoratori e organizzazione. Riescono a trasmettere risultati culturali importanti, conferiscono stabilità all’impresa e aumentano il senso di collaborazione.

S.Ribis said...

Il modello di Vroom-Yetton ci permette di rispondere alla domanda: "quando usare il gruppo per decidere?"
Secondo Vroom e Yetton ci sono 5 tipi di processi decisionali che variano in funzione del grado di influenza dei collaboratori. Questa influenza va da un approccio autocratico(dove è il manager che prende le decisioni utilizzando inizialmente le poche informazioni a disposizione e successivamente ricercando tra i collaboratori presi singolarmente altre informazioni)ad un approccio consultivo(che comprende la condivisione del problema con i collaboratori fino ad arrivare ad una riunione per parlarne tutti insieme)per concludere con un approccio di gruppo (utilizzando lo stile del management partecipativo).
Questo tipo di modello è ottimo per parlare sia di gruppo che di leadereship.
Nel particolare questo è più efficace se dipende da 7 caratteristiche situazionali che rispondono a sette tipi di domande quali:
1 esistono requisiti di qualità che portano ad una situazione più razionale di un'altra?
2 il leader ha le giusta quantità di informazioni per prendere una decisione di elevata qualità?
3 Il problema è strutturato?
4 Laccettazione da parte dei collaboratori è critica?
5 una domanda autocratica verrà accettata dal gruppo?
6 i collaboratori condividono gli obiettivi organizzativi?
7 si può creare un conflitto tra i membri?

le risposte a tutte queste domande ci permettono di avanzare da una caratteristica situazionale ad un'altra ma, può anche succedere nei casi in cui il problema non sia grave che si parta da una caratteristica situazionale avanzata per es la num 5. Cosa però importante da sottolineare è che in caso di risposta negativa ad una di queste domande non bisogna continuare ma fermarsi anzi tornare indietro perchè vuol dire che c'è stato un errore in una precedente fase.

S.Ribis said...

scusi prof ho sbagliato a collocare il commento